[poi sono uscita nel tramonto, dietro di te, la luce rasente terra e non ancora gialla]
Il tuo modo di andare via, agitando la mano grande e con gli occhi fissi nei miei, mi detiene. Quest’orlo del precipizio, questo forse costante che sono i tuoi dolori pregressi ed eterni e le paure, uguali, mie e tue. Quest’orlo insegue l’andamento elastico di tutto il fuggire che facciamo dentro una boccia tonda per i pesci.
Mi sono innamorata di te per il carico dei silenzi, per il premere che fanno al mio cuore e alle mie cosce, per l’irruenza che conferiscono allo sguardo quando lo posi sulla mia pelle nuda.